lunedì 4 maggio 2015

Primo Maggio: passata la festa, gabbato lo santo


Stavolta c’hanno ‘fregato’. Non so se si possa usare questa parola su un blog, se sia opportuna o meno, ma serviva per rendere il senso: bypassando tutte le norme sulla trasparenza degli atti amministrativi, sull’obbligo di pubblicare atti, determine e delibere almeno 48 ore prima dallo svolgimento di iniziative, eventi o manifestazioni che comportino un impegno economico dell’Ente, l’amministrazione comunale del sindaco Alessandrini (che almeno fino a giugno scorso esercitava la professione di avvocato, dunque le norme dovrebbe conoscerle), si è ben vista dal pubblicare con largo anticipo, come prevede la legge, sull’albo pretorio dell’ente la delibera inerente il concerto del Primo Maggio. O meglio: l’ha pubblicata nel pomeriggio del primo maggio stesso, quando, peraltro, la carta stampata non lavorava e i giornali, il giorno seguente, non uscivano. E lo ha fatto, è chiaro, per evitare polemiche, blog, articoli, sulla spesa sostenuta e sulla sponsorizzazione dell’evento da parte di quei mecenati che, tornato D’Alfonso, sono tornati a piovere sulla città. Da destra a sinistra è tutto un fiorire di benefattori che non vedono l’ora di mettere mano al portafogli e di regalare i propri soldi al Comune di Pescara, gesti di una generosità incredibile che fanno quasi commuovere, alla faccia di chi dice che Pescara non è una città solidale, che non ci sono soldi, che c’è la crisi e che ci sono i ‘nuovi poveri’. Alla faccia di quegli Enti come la Caritas, il Banco alimentare, Conad-spesa solidale che vorrebbero dipingere una Pescara ‘povera’: a Pescara di soldi ce ne sono così tanti che le imprese fanno a gara per regalarli, questa è la verità. Ma torniamo al Primo Maggio: potrei chiuderla qui dicendo ‘passata la festa, gabbato lo santo’. Ma qualche parolina su quello spettacolo io voglio dirla comunque, anche se ormai la notizia è vecchia e già si pensa ad altro. Bene: Il Primo Maggio, torna il concertone a Pescara e si esibisce Giuliano Palma, quello di ‘Messico e nuvole, la faccia triste dell’America da da…’ tanto per capirci. E prendiamo la delibera numero 260, approvata il 29 aprile 2015 dalla giunta Alessandrini, per vedere costi e fatti. Innanzitutto finalità del concertone era quella di ‘organizzare un evento…volta (non è un mio refuso, c’è scritto proprio così sulla delibera) alla riflessione sul mondo e sui temi del lavoro e delle relazioni sociali’: ora, non so quanti di voi abbiano partecipato all’evento di piazza Salotto, ma…chi ha sentito Giuliano Palma che, fermata la musica, ha svolto una riflessione sul mondo del lavoro, seduto su uno sgabello, aprendo un dibattito…beh! Allora io ho visto un altro concerto. Ma andiamo avanti: la delibera dice anche che ‘nell’edizione di quest’anno del concerto del primo maggio, l’amministrazione comunale intende dare spazio alle tematiche relative al progetto della Macroregione Adriatico Ionica nell’ambito delle attività dell’Ipa Adriatico…’…cioè? Giuliano Palma, dal palco del Primo Maggio, cosa avrebbe dovuto fare? Un Forum sulle Regioni dell’Adriatico? E la mia domanda: ma chi l’ha scritta una scemenza del genere? E ancora: ma visto che il povero Giuliano Palma non ha né svolto una riflessione sui problemi del mondo del lavoro, né tantomeno sulla macroregione adriatica, ora che si fa? Non dovrebbe percepire il suo cachet d’artista essendo venuto meno ai propri impegni? Eh già! Perché il concerto del Primo Maggio, ovviamente, è stato pagato dalla città, per la precisione: il cachet dell’artista e i ‘necessari servizi collaterali’ sono stati pari a 17mila 80 euro, più altri 1.500 euro, questi ultimi sborsati subito dal Comune per mettere a disposizione il palco (12 metri per 12), le transenne, il pagamento diritti Siae, servizio antincendio dei Vigili del fuoco ‘e altre eventuali spese riconducibili alle peculiari esigenze organizzative della manifestazione’. Ovviamente sono esclusi dai 1.500 euro gli straordinari per il personale comunale che ha provveduto a mettere e togliere le transenne. Insomma, minimo minimo, la spesa per l’evento è pari a 18mila 580 euro. Eh, mi si dirà, però leggi bene la delibera: ci sono gli sponsor. Vero, verissimo, ma anche qui leggere è d’obbligo: allora, dopo l’avviso del Comune, 4 sponsor hanno inviato le proprie ‘manifestazioni d’interesse’ a sponsorizzare il Primo Maggio. Ecco stiamo attenti: hanno mandato ‘manifestazioni d’interesse’, non hanno mandato i soldi, ma hanno detto ‘ecco, sì, ci piacerebbe finanziare noi qualche evento del Comune, con tot somma’, ma alle parole devono ancora seguire i fatti, cioè i soldi devono ancora arrivare. E poi vediamo chi sono gli sponsor: primo, Banca Popolari di Bari, che dovrebbe concedere 6mila euro, al netto dell’Iva, ovvero il Gruppo bancario che ha rilevato Tercas e Caripe sborsando belle somme per ripianare i conti in rosso dei due gruppi abruzzesi (28,1 milione di euro Tercas, 5,3 milioni di euro Caripe), e che appena qualche giorno fa ha tirato fuori altri 100milioni di euro per ricapitalizzare Tercas (come citava il quotidiano Il Centro). Beh! Che fortuna avere intercettato l’interesse e la disponibilità di liquidità di un Istituto bancario che ha così tante risorse. Poi la Sogeda Srl, ossia il Gruppo Allegrino, che dovrebbe dare 3mila euro al netto d’Iva, e ne saranno contenti i dipendenti. Quindi Di Properzio Commerciale Srl, Pescara, che dovrebbe versare 2mila euro al netto d’Iva, e qui mi sorge una domanda: ma non è la stessa Di Properzio che un mese fa circa usciva su Il Centro annunciando la cassa integrazione per i propri dipendenti per la crisi aggravata dalla situazione del porto di Pescara? Cassa integrazione per i dipendenti, ma poi si sborsano 2mila euro per un concerto di due ore? Infine Saquella 1836, che dovrebbe dare 3mila euro, sempre al netto dell’Iva. Ora, perché ho sempre specificato ‘al netto dell’Iva’? Perché il concerto del primo maggio è costato 17mila 80 euro Iva compresa, ossia 14mila euro nette più Iva al 22 per cento, ovvero 3mila 80 euro, che sommate danno 17mila 80 euro. Questo significa che gli sponsor, checché se ne legga in delibera, hanno giustamente coperto la spesa nuda e cruda dell’evento, pari a 14mila euro, ma l’Iva, ossia 3mila 80 euro, l’ha dovuta coprire qualcun altro, ossia il Comune, che complessivamente, di sicuro, tirerà fuori 4mila 580 euro, per due ore di musica sempre se quei 14mila euro rientreranno tutti e subito, e di questo, purtroppo, sarà difficile avere cognizione. Ma ora chiedo io: per una città in predissesto, che ha imposto tasse al massimo per i prossimi 10 anni per tutti i pescaresi, compresi quelli che versano in condizioni di indigenza, è giusto spendere 4mila 580 euro per due ore di spettacolo? E in quale modo la musica di Palma ha incentivato il rilancio dell’occupazione, o almeno una riflessione sul mondo del lavoro? E quale messaggio subliminale la musica di Giuliano Palma avrà lanciato per promuovere il progetto della Macro Regione Adriatico Ionica? O forse avrà cambiato le parole della sua canzone, intonando ‘Adriatico e nuvole da da…, la faccia triste della regione Ionica’, anziché ‘Messico e nuvole…’. È proprio vero, ‘passata la festa, gabbato lo santo’, ma una cosa non la dimenticherò: l’elenco dei nomi dei mecenati e benefattori che, in teoria, hanno sponsorizzato l’evento. E non la dimenticherò perché, semmai uno di loro dovesse lamentare problemi di liquidità per la crisi che non c’è, beh sarà mia premura mandare la delibera 260 ai sindacati che dovranno trattare l’eventuale posizione dei lavoratori di quelle aziende. Una delibera che, intanto, dovrebbe essere spedita anche alla Corte dei Conti, per rileggere meglio il predissesto della città di Pescara. Buona giornata!

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